Le ragioni del cuore
Sarebbe facile per il cronista dilungarsi sull’equazione “grande campione = grande uomo”. Ma non cadremo nella retorica.
Lionel Messi è il campionissimo che tutti conosciamo. Uno dei pochi al mondo in grado di cambiare da solo i connotati di una squadra composta da 11 elementi.
Ma è lo stesso Lionel Messi processato e condannato per frode fiscale. E sebbene pochi lo sottolineano, è attualmente in libertà vigilata per la sentenza che gli ha affibbiato 21 mesi di detenzione.
Ma tutto questo c’entra poco quando a parlare è il cuore. O meglio ancora l’espressione che il cuore fa assumere al nostro viso. E cosa esso “impone” di fare al cervello.
Nel riguardare l’immagine che ritrae Messi osservare il bimbo allontanato in malo modo dalla sicurezza uruguayana, non possiamo che intenerirci. Il volto di Messi non propone un atteggiamento. Neppure un attore consumato ed esperto potrebbe tirare i muscoli facciali fino a far loro assumere l’atteggiamento del calciatore.
Il suo volto presentava un misto di preoccupazione e stupore. Occhio attento e sopracciglia corrugate. E poi la decisa reazione. Poche parole ad un membro della sicurezza.
Una lezione
Nel richiamare questo bimbo che si era avvicinato per vedere il suo idolo, Messi ha dato a tutti una lezione. Ai suoi colleghi (almeno a quelli meno attenti), ma a tutti indistintamente.
Nessuno si sarebbe accorto del bimbo in lacrime. Nessuno avrebbe accusato Messi. Eppure lui non è rimasto insensibile al pianto di un bimbo. Non si è nascosto dietro insulse giustificazioni date a se stesso, quali la tensione della partita, la fretta di entrare negli spogliatoi, la necessità di ritagliarsi un po’ di tranquillità. Tutte cose che servirebbero a tranquillizzare la coscienza seppure in modo improbabile e colposamente strumentale.
Le ragioni del cuore. Queste sono le cose che in fondo contano davvero. Il suo gesto sarà ricordato al pari delle geniali giocate del campionissimo. Ma è una medaglia che brilla più delle altre. Perché le magie sul campo Messi solitamente le fa con le gambe. In questo caso la prestazione di eccellenza l’ha fatta con il cuore e con il cervello.
Bravo Leo: hai segnato il tuo gol più bello!
Ci sarebbe, però da ragionare sul PERCHÈ il gesto di Messi ci abbia così colpito. Invece di rientrare nella normalità delle cose.